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Il colibrì e le Frecce Tricolori

Non so quante altre regioni del pianeta possano racchiudere, in uno spazio di qualche decina di chilometri, una così grande varietà di ambienti e di paesaggi simile a quella che il Friuli Venezia Giulia può offrire. Con un’ora e mezza di auto e due ore di camminata si può passare dalle spiagge soleggiate di Lignano o di Grado al ghiacciaio del Montasio, nel cuore delle Alpi Giulie, che si sta dimostrando più “resiliente” ai cambiamenti climatici rispetto ai suoi colleghi più grandi e famosi.

Questa straordinaria opportunità, che la maggior parte dei cittadini non si rende conto di possedere, è destinata a non essere più tale per le generazioni future. A causa del riscaldamento globale i ghiacciai si stanno sciogliendo inesorabilmente e gli esperti ritengono che presto scompariranno, mentre tra qualche decennio l’innalzamento del livello dei mari sommergerà anche le nostre spiagge.

Bisogna agire e bisogna farlo subito – come ha denunciato qualche anno fa la giovane Greta Thumberg – cominciando con il rinunciare ad alcune abitudini “sbagliate” e ad attività e pratiche non indispensabili.

Tra chi si batte in difesa dell’ambiente è conosciuto l’apologo del colibrì, l’uccellino che vola in direzione dell’incendio che ha colpito la foresta, recando nel becco qualche goccia d’acqua. Agli animali più grandi che invece fuggono e gli chiedono cosa pensi di fare in quel modo, il colibrì risponde: “io faccio la mia parte!”

Più di tante parole servono, infatti, degli esempi. Ecco perché, in occasione dell’anniversario della costituzione della pattuglia delle “Frecce Tricolori”, sarebbe stato bello che i responsabili avessero annunciato, per una volta, di voler rimanere a terra, rinunciando ai voli di esibizione, dando un chiaro messaggio in direzione della riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti. Allora sì che si sarebbero dimostrati un “simbolo” e un “punto di riferimento” per tutti.

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