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Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile del Comune di Pordenone ha bisogno di obiettivi e tempistiche certi

Legambiente Pordenone accoglie con favore l’impostazione generale del nuovo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) del Comune di Pordenone. Tuttavia l’associazione ambientalista, dopo un’attenta lettura del documento, rileva che per la sua realizzazione concreta è necessario che siano indicate tempistiche e obiettivi certi, misurabili in modo oggettivo. Il rischio, altrimenti, è che un buon piano resti un libro dei sogni. Queste in sintesi le osservazioni di Legambiente inviate al Comune nel mese di agosto, come richiesto dall’Assessora Cristina Amirante in fase di condivisione del PUMS.

Nel piano si fa riferimento, senza meglio specificare l’orizzonte temporale, ad azioni di “breve termine” e di “lungo termine”. Pur immaginando che la ragione sia dovuta alla necessità di reperimento di fondi per la realizzazione delle opere, così potrebbero essere rinviate in modo indefinito proprio le azioni più ambiziose e cruciali per una mobilità davvero sostenibile in città, sempre più urgente visto il contesto di crisi climatica.

Anche gli obiettivi del PUMS sono descritti in modo generico. In mancanza di indicatori numerici, il rischio è di non agire per un cambiamento reale e misurabile. Legambiente si riferisce in particolare agli obiettivi di «incrementare la sostenibilità del sistema della mobilità interno al Comune di Pordenone e di collegamento con i Comuni contermini, riduzione dei consumi energetici, con particolare riferimento alle emissioni più inquinanti e limitazione delle esternalità negative in generale connesse ai trasporti». Non è noto di quanto si vuole incrementare la sostenibilità del sistema di mobilità e di quanto si intende tagliare consumi ed emissioni. Lo stesso vale per l’obiettivo dell’«allentamento della pressione esercitata dalla mobilità veicolare privata sia di natura pendolare (quindi sistematica), che di natura occasionale, sulle aree centrali».

Il PUMS riconosce l’importanza di agire in termini educativi, per «incentivare una nuova cultura della mobilità». Per Legambiente la base di un vero cambiamento sta proprio nel riuscire a modificare nel lungo termine le abitudini dei cittadini. In questo senso, per l’associazione ambientalista è necessario agire non solo con campagne promozionali dall’alto, ma attraverso un maggiore coinvolgimento attivo e partecipe dei cittadini e della società civile, oltre all’adozione di un sistema di incentivi per chi utilizza mobilità sostenibile per recarsi al lavoro o portare a scuola i figli, etc.

Pordenone, anche grazie alla sua dimensione ridotta, può diventare un esempio in Italia di città senz’auto, (molti sono i modelli europei a cui ispirarsi) in cui la mobilità sostenibile, a piedi o in bicicletta, sia preponderante. Sarebbe poi importante lavorare anche con i Comuni di Porcia e di Cordenons, in un’ottica di conurbazione. Si potrebbero ottenere cambiamenti epocali in un’area vasta, per una migliore qualità della vita e dell’ambiente. L’attivazione di maggiori economie di scala, poi, consentirebbe alle amministrazioni interessate di avere un maggior peso proprio nel reperimento di quelle risorse necessarie per attuare gli obiettivi del Piano. 

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