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Impianti SIOT: interessi privati e danni pubblici

Impianti SIOT: interessi privati e danni pubblici

La questione SIOT continua a tenere alta l’attenzione, e non solo perché riguarda alcuni comuni,  ma perché, in realtà, riguarda tutta la Regione. E spiego perché.

Al di là dei numerosi impatti che i quattro nuovi impianti creeranno nei comuni di S. Dorligo, Reana, Cavazzo e Paluzza/Cercivento dove verranno installati i cogeneratori, e al di là della indimostrata  (da parte di SIOT, nonostante le legittime e ripetute richieste in tal senso di Legambiente e dei Comitati  locali oltre che di alcuni sindaci) efficienza energetica e climatica dell’operazione, resta il fatto che i nuovi  motori cogenerativi che verranno installati consumeranno circa 50 milioni di mc di gas all’anno (energia  fossile) sostituendo l’energia elettrica (rinnovabile al 38%) oggi usata per spingere il greggio lungo la  linea.

50 milioni di mc sono il 6% dei consumi regionali di privati, PMI, enti pubblici; qualcosa come il  corrispettivo del consumo di 40.000 famiglie per non parlare delle relative emissioni aggiuntive di CO2  oltre che di altri inquinanti, per stimabili 100.000 t/anno.

Siccome siamo dentro un percorso di transizione energetica che deve portarci all’azzeramento delle emissioni di carbonio entro il 2045 (secondo decisione della Giunta regionale e dell’ass.  Scoccimarro, il F-VG anticiperà al 2045 la completa decarbonizzazione anticipandola di 5 anni rispetto al  resto del mondo!), la Regione, prima di autorizzare questi progetti, avrebbe dovuto chiedersi se  l’operazione SIOT fosse compatibile con gli obiettivi succitati che, ricordiamolo, sono obiettivi cogenti  derivanti dagli accordi di Parigi ai quali l’Italia e, piaccia o no, anche il FVG, ha l’obbligo di attenersi.

Ciò significa che gli obiettivi di Parigi hanno un significato giuridico anche per il progetto di  cogenerazione proposto dalla SIOT che ha il dovere di contribuire a prevenire l’aggravamento dei processi  climalteranti.

SIOT doveva dimostrare che il suo progetto non peggiora la situazione ambientale e climatica (e a maggior ragione doveva farlo visto che da tale operazione potrà godere di milioni di euro con i certificati  bianchi) e la Regione aveva l’obbligo di chiedere tale dimostrazione. Ciò, purtroppo, non è avvenuto. La Regione ha voluto tirare dritto riducendo la faccenda a una mera verifica tecnica di rispetto di livelli emissivi o di altri parametri ambientali, chiudendo prima possibile questa spinosa vicenda. Ciò premesso, la faccenda riguarda tutta la Regione perché per decarbonizzare i 50 milioni di mc che SIOT immetterà in atmosfera, si dovrebbero installare circa 170 MWp fotovoltaici su una superficie  stimabile di circa 150 ha. Ma chi pagherà questo costo? Non certamente SIOT con la quale la Regione non ha nemmeno contrattato qualche minima forma di compensazione per i danni arrecati, ma i cittadini  della regione, tutti quelli che, diligentemente, pensando di fare cosa utile all’ambiente, vedranno azzerato l’impatto positivo dei loro impianti sui tetti per almeno 6 anni. Come dire che la decarbonizzazione di questa regione è rinviata al 2051. Altro che regione virtuosa.

Se l’ass. Scoccimarro sta dalla parte dei cittadini, come ripetutamente afferma sulla stampa, allora  dica ai cittadini, non solo dei quattro comuni interessati, ma di tutta la Regione, perché dovrebbero pagare  loro un così consistente rinvio per colpa di un’impresa privata che fa solo i propri interessi.

Referente per l’energia di Legambiente Regionale

Emilio Gottardo