Strada del Lussari e Ponte sul Fella
Non è mia intenzione polemizzare con l’ex Sindaco di Tarvisio ed ex Assessore Regionale Carlo Vespasiano, anche perché, ai suoi tempi, chi governava a Trieste, pur non esente da critiche, non avrebbe mai lasciato, diversamente da quello che sta facendo l’Amministrazione Fedriga oggi, per otto anni (!) un collegamento fondamentale, come quello tra Carnia ed Amaro, nell’attuale stato di precarietà. Cinque sono, infatti, gli anni già trascorsi da quando è stato scoperto, lungo la ex strada statale 52, il rischio di cedimenti del ponte sul Fella e tre sono quelli che la neo Assessora alle Infrastrutture Amirante ha avuto la “bontà” di comunicare che saranno ancora necessari – “se tutto andrà bene” – per completare i lavori di costruzione della attesa nuova opera.
Mi sembra chiaro, allora, che, se una “class-action” va avviata, non è certo quella annunciata da Vespasiano contro i Carabinieri Forestali di Tarvisio, ma quella nei confronti della Regione per aver dato priorità di spesa alla cementificazione della strada del Lussari, rispetto ad un’infrastruttura essenziale, lungo cui transitano ogni settimana migliaia di pendolari e di turisti. Data la ridotta larghezza della sede stradale (si passa sul vecchio ponte ferroviario realizzato dalla Società Veneta agli inizi del Novecento) è davvero un miracolo che non si siano ancora verificati gravi incidenti. A parole i nostri politici sono molto interessati alle comitive di cicloturisti che arrivano da tutta Europa percorrendo la ex ferrovia Pontebbana, lascio però immaginare cosa potrebbe succedere ad una di esse, composta spesso anche da bambini, che, scendendo da Moggio per Campiolo, a causa del mancato completamento di quel tratto della ciclovia Alpe Adria, dovesse malauguratamente attraversare il ponte sul Fella mentre questo è impegnato dal transito di un camion e un pullman che marciano in senso opposto. Non avrebbero via di scampo!
Detto questo, consiglio a Vespasiano, prima di rivolgersi a degli avvocati, di sentire prima il parere di un geologo e di un ingegnere circa la sicurezza e l’opportunità dei lavori che sono stati eseguiti dalla Protezione Civile lungo la strada che dalla Val Saisera porta al Borgo del Lussari. Se, già in occasione dell’arrivo del Giro d’Italia, è stato impedito ai ciclo-amatori, diversamente da quanto accade di solito, di transitare sul percorso; se circa quattro chilometri di strada sono stati interdetti al pubblico per motivi di sicurezza; se, prima della gara – credo per la prima volta in assoluto – è stato necessario pulire il manto stradale dai detriti e dal terriccio, utilizzando una spazzatrice di quelle che circolano di notte nelle città, qualcosa vorrà pur dire. In caso di temporali o di precipitazioni appena un po’ intense una strada priva di canalette di scarico delle acque meteoriche (oltre una novantina sono state coperte per favorire il passaggio dei campioni) si trasforma in un rio. Chiedo a Vespasiano, che è stato Sindaco, se sarebbe pronto ad assumersi la responsabilità per qualsiasi incidente che dovesse accadere.
Strada del Lussari e ponte sul Fella
Tolmezzo, 5 giugno 2023
Marco Lepre
circolo Legambiente della Carnia-Val Canale -Canal del Ferro