Incontro Inceneritore Ecomistral Tauriano – Intervento Dr. Gustavo Mazzi ISDE
TAURIANO (Spilimbergo, PN), 21 giugno 2023 – La folta partecipazione al dibattito pubblico svoltosi a Tauriano – promosso dal neonato collettivo di cittadini No Inceneritore Spilimbergo – sulla progettata triplicazione dell’inceneritore di rifiuti speciali-pericolosi Ecomistral, dimostra che la sensibilità e l’attenzione delle persone sono avanti anni luce rispetto agli strumenti di indirizzo e controllo che la Regione ha messo in campo fino ad oggi, per gestire il problema delle emissioni di inquinanti.
Legambiente ha messo in evidenza alcune criticità che già si sono evidenziate nel progetto in corso di valutazione e alla vastità dell’area potenzialmente investita dalle emissioni del nuovo impianto da 70.000 tonnellate/anno. Una programmazione virtuosa non dovrebbe permettere l’installazione di nuovi impianti in un’area già tanto gravata, che andrebbero a compromettere la salute dei cittadini ma anche l’integrità dell’ambiente naturale (Tagliamento in primis) e la stabilità del tessuto socio-economico, considerando gli importanti distretti dell’agro-alimentare e vitivinicolo presenti in area.
L’intervento del Dr. Gustavo Mazzi, presidente dell’associazione ISDE Medici per l’Ambiente di Pordenone si è focalizzato in particolar modo sugli effetti dell’inquinamento atmosferico prodotto dalle emissioni in aria di inquinanti derivanti dall’incenerimento di rifiuti pericolosi, attività che a Tauriano di Spilimbergo – a ca. 800m da dove si è svolto l’incontro- avviene da più di vent’anni presso l’inceneritore di rifiuti pericolosi Ecomistral, fonte riconosciuta di inquinamento da mercurio e metalli pesanti quali cadmio e tallio.
E stato sottolineato che tra gli effetti più pericolosi delle ricadute inquinanti, ci sono quelli che riguardano i bambini, la fascia di età più fragile ed esposta alle emissioni di metalli pesanti come neurotossine e il peso degli inquinanti come interferenti endocrini ormai riconosciuto da tutti i più recenti studi a livello internazionali. Il dr. Mazzi ha proseguito dicendo che nella nostra regione devono essere condotti studi approfonditi sui bambini nelle nostre scuole, per indagare sugli effetti dell’inquinamento atmosferico.
La soluzione principale per diminuire il rilevante problema sanitario collegato all’inquinamento atmosferico risiede nella cosiddetta “Prevenzione Primaria” che consiste nel non immettere le sostanze inquinanti nell’ambiente. Ogni tonnellata di rifiuti speciali pericolosi che viene incenerita, produce ca 30 kg di ceneri “volanti” che contengono sostanze pericolosissime per la salute e il carico complessivo di inquinanti che già ora l’area pedemontana sopporta è gravato di emissioni cumulative derivanti da molteplici industrie insalubri presenti: da Fanna a Maniago, per arrivare al temibile impianto attuale di Spilimbergo e all’area di San Vito al Tagliamento. Tutte situazioni queste che evidenziano il paradosso che mentre l’area del Friuli Occidentale è chiaramente la più virtuosa in termini di raccolta differenziata, dall’altra parte sopporta il più alto carico di inquinanti da incenerimento di rifiuti tossici-pericolosi. Un principio di premialità al contrario.
In un paese come l’Italia con il più alto numero di morti per inquinamento atmosferico in Europa (+13% di rischio-morte) non si deve parlare solo di affezioni polmonari, ma di danno ischemico indotto dalle sostanze inquinanti disperse nell’aria che vengono respirate in dosi massicce: ci sono più infarti provocati da inquinamento che tumori al polmone.
Il dr. Mazzi ha concluso affermando che è ormai notorio che i limiti italiani di legge siano da rivedere; i limiti indicati dall’OMS, già più bassi rispetto ai limiti indicati dalla normativa italiana, sono stati ulteriormente ribassati, perché già non garantivano in maniera sufficiente la salute dei cittadini.
I problemi evidenziatosi durante il dibattito sono stati la grande carenza di informazione sul tema e l’inadeguatezza dell’impianto legislativo che mette l’amministrazione pubblica davanti al fatto di dover avviare una profonda revisione degli strumenti pianificatori, quali il Piano Qualità dell’Aria e il Piano Gestione Rifiuti, in modo che comprendano le più recenti conoscenze scientifiche in fatto di salute pubblica e che permettano di realizzare delle politiche attive di riduzione delle emissioni – che vanno oltre la particolare situazione evidenziatasi a Spilimbergo – di cautela verso tutti gli impianti che emettono in atmosfera.
In merito alla notizia del prossimo avvio da parte della Regione di una indagine epidemiologica, oltre a capire meglio come questa verrà svolta, ci si chiede come sia possibile far coesistere un’indagine epidemiologica che può durare anni a fronte di un processo autorizzativo in atto che può durare solo pochi mesi. È questo è un altro problema che la regione e le amministrazioni locali dovranno risolvere.