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Considerazioni sul progetto di demolizione del vecchio ospedale a Gorizia per costruire un nuovo “campus” scolastico

Considerazioni sul progetto di demolizione del vecchio ospedale a Gorizia per costruire un nuovo “campus” scolastico

Alcune considerazioni e domande sul progetto di demolizione del vecchio ospedale di Via Vittorio Veneto a Gorizia per costruire un nuovo “campus” scolastico.

 

Legambiente Gorizia APS è venuta a sapere dai locali organi di stampa dell’intenzione del Comune di Gorizia, con la promozione dell’Ente di Decentramento Regionale (EDR), di procedere con la demolizione  del vecchio ospedale di Via Vittorio Veneto e con la costruzione, al suo posto, di un campus scolastico non residenziale e deplora di non aver potuto partecipare a priori a un processo di progettazione veramente inclusivo per un’opera di tale rilevanza per la città.

Siamo particolarmente delusi dalle affermazioni della Direttrice dell’EDR Lara Carlot secondo la quale verrà creato un tavolo tecnico dinamico che coinvolgerà il mondo della scuola, compresi  studenti ed associazioni, solo a cose fatte, così privilegiando un approccio dall’alto (top down).

Avremmo gradito essere consultati e ascoltati, nell’ambito di una procedura dal basso (bottom up) insieme ad altri portatori d’interesse (stakeholder), in merito a diverse questioni per noi rilevanti a proposito di tale impattante progetto e che enumeriamo qui di seguito a titolo d’esempio.

 

Punti critici inerenti al consumo di suolo, progettazione e destinazione d’uso (vedi PRG), verde e traffico urbano

Si sa che anche a Gorizia è in atto un calo demografico; come si è tenuto conto di questo fenomeno al momento del progettato dimensionamento del campus, che ci sembra implichi un’edificazione maggiore del sito con quindi nuovo consumo di suolo, rispetto all’attuale?

Leggiamo che anche gli edifici scolastici, che verrebbero lasciati liberi, sarebbero destinati a demolizione per lasciare il posto a insediamenti di social housing; anche a questo proposito deploriamo che non ci sia in atto una consultazione della cittadinanza e degli eventuali destinatari di tali alloggi.

L’assessore regionale alle infrastrutture Cristina Amirante ha affermato che si intende “ridare vita a un sito degradato e abbandonato: l’unico modo per farlo è la demolizione del vecchio ospedale e la costruzione del campus”.

Per noi il sito non comprende solo l’edificio ma anche tutto il verde circostante, che non è per nulla degradato ma in ottime condizioni; si è in presenza di numerosi abeti, allori, bagolari, cedri frassini, noci, pini e tigli, alberi anche di imponenti dimensioni e notevole valore ecosistemico oltre a diversi cespugli: hibiscus, ligustro, lauroceraso e le onnipresenti palme. Prima dell’elaborazione del masterplan, è stato fatto un censimento e sono state mappate le piante esistenti? Da quanto riportato dai giornali non vi è traccia di ciò. Comunque, nell’eventualità della realizzazione del progetto, chiediamo che vengano adottate e rispettate tutte le misure del caso per garantire l’incolumità delle piante durante i lavori.

               

Se Gorizia fosse dotata di un regolamento del verde, le misure sarebbero già previste, (con relative sanzioni in caso di inosservanza).

Riteniamo inoltre che a suo tempo si fosse optato per costruire proprio in quella zona della città le tre strutture ospedaliere (Ospedale psichiatrico, Sanatorio e Ospedale Civile) avendone constatata la particolare salubrità; con la progettata demolizione non solo si interromperebbe l’omogeneità stilistica dei tre grandi edifici di Via Vittorio Veneto ma si traviserebbe anche la loro originale destinazione d’uso a “cittadella della cura e della salute” scelta che potrebbe essere ribadita oggi con ulteriore cognizione di causa anche in un’ottica di collaborazione/integrazione transfrontaliera di più servizi sanitari di prossimità (come già si sta realizzando in una porzione del Parco Basaglia).

Il sindaco ha accennato all’eventualità di dover “modificare le dinamiche di spostamento in città” e di dover creare due piccole rotonde. Cosa intende esattamente, quando mancano ancora un Piano del Traffico e un Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile?

Si rispetteranno tutte le norme previste dal Piano Regolatore Generale del 2019?

Qual’è, se esiste, la visione d’insieme dell’assetto urbano e rurale del Comune di Gorizia, che sottende decisioni  molto importanti anche per quanto riguarda ad esempio la destinazione da dare ad aree centrali di caserme dismesse, come quella di Via Duca d’Aosta, con edifici fatiscenti, e che potrebbe essere adatta a un nuovo insediamento scolastico, vista anche la vicinanza a nodi di interscambio modale di trasporto e l’opportunità che offre di dare un segnale forte di trasformazione di un edificio di proprietà statale da “scuola di guerra” a “scuola di pace e conoscenza”?

 

Amianto

Quando si è valutata l’ipotesi della demolizione dell’ex ospedale, si sono fatti dei sopralluoghi per rilevare l’eventuale presenza di amianto all’interno della struttura (con stima dei relativi costi di smaltimento)? (Fino alla sua messa al bando, nel 1992 con la legge 257/1992, i manufatti contenenti amianto erano ampiamente usati in edilizia, quindi è piuttosto probabile che se ne trovino anche nell’ex ospedale). È stata forse fatta una segnalazione per l’iscrizione nell’Archivio Regionale Amianto (A.R.Am.), come si è tenuti a fare per tutti gli immobili in cui anche solo si presuma la presenza di amianto? Sono state e saranno rispettate tutte le normative in materia? Come? Non vorremmo ci si venisse a trovare in una situazione simile a quella verificatasi a Cormons, dove durante i lavori di demolizione dell’ecomostro (cavalcavia di una linea ferroviaria mai entrata in funzione) ci si è resi conto, a lavori già avviati, della presenza di materiali contenenti amianto, cosa che ha comportato non pochi problemi.

Anche nel caso in cui non si rilevasse la presenza di manufatti contenenti amianto, come si prevede di garantire che vengano prese tutte le misure necessarie per ridurre l’inquinamento dell’aria e il rumore provocato dai lavori e venga rispettata la Direttiva 2018/851/CE “Rifiuti da attività di demolizione e costruzione” recepita con Decreto Legislativo del 03/09/2020 nr.116?

Cogliamo l’occasione per chiedere che tutti gli immobili di proprietà comunale, ma anche di privati, con presunta presenza di amianto in uno stato di conservazione più o meno cattivo, siano sottoposti alle opportune verifiche e vengano segnalati per l’iscrizione nell’Archivio Regionale Amianto (A.R.Am.), figurino in modo accessibile a tutti nella relativa Mappa, vista la sospetta presenza di tale materiale altamente pericoloso in particolare su numerose strutture artigianali e industriali, dismesse o no, presenti sul territorio comunale, in modo da procedere al più presto con l’attuazione di un Piano di rimozione e smaltimento (per cui esistono contributi regionali anche per i Comuni).

 

Conclusione

Infine sottolineiamo ancora una volta la inveterata abitudine dell’amministrazione comunale a procedere, in particolare per progetti di notevole impatto sulla città, con modalità top down, dall’alto al basso, con annunci clamorosi contenenti poche informazioni concrete, in modo tale da impedire alla cittadinanza di partecipare alla presa di decisioni che la riguardano direttamente, come la demolizione dell’ospedale di Via Vittorio Veneto, edificio a cui sono legati importanti ricordi di molti e che ha costituito il vissuto quotidiano di numerosi operatori sanitari di tutti i livelli e che secondo noi potrebbe continuare a svolgere un ruolo nell’ambito della “cittadella della cura e della salute”, guardando al futuro senza dimenticare il passato.

1 Comment

  1. Romano schnabl

    Letto oggi mia mancanza, ottime e condivise le considerazioni sulla programmata demolizione dell’edificio ospedaliero goriziano. Sicuramente la conservazione comporta una costosa e doverosa opera di bonifica dai materiali inquinanti, tuttavia il valore economico di decine di migliaia di metri quadri da ridestinare a usi pubblici, probabilmente connessi con il sistema sanitario non è sottovalutabile. Del tutto condivisa, in termini di salvaguardia, la questione del contesto, parco, alberi, e aggiungerei le architetture di servizio che circondano l’edificio ospedaliero. In ogni caso, al momento, sono del tutto persuaso che vada evitata la demolizione e tutte le procedure connesse a questo scopo. La questione CAMPUS è secondaria e deve essere collocata all’interno di una più generale considerazione sul sistema scolastico esistente, sulle proiezioni demografiche, sulla popolazione in età scolare della città e del territorio.

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