Chi è “Friuli Venezia Giulia”?
Un paio di settimane fa l’Assessore all’Ambiente Scoccimarro ha organizzato nella sede udinese della Regione un convegno sugli interventi di messa in sicurezza del Tagliamento, ma non ha invitato né le associazioni ambientaliste, né il Comitato popolare di Tutela del Bacino Montano. Mercoledì 06 Dicembre in Consiglio Regionale c’è stata un’audizione sul problema della riduzione dei Consultori familiari a Trieste, ma non si sono voluti ascoltare i Comitati e l’Associazione “Non una di meno” che da mesi protestano contro questa ipotesi. A Forni di Sopra si organizza un Convegno per annunciare un “Patto Ambientale per la montagna friulana occidentale” ma non si invita Legambiente. E si potrebbe continuare. Stiamo assistendo ad una Regione “ad una dimensione” (come avrebbe detto Marcuse), o ad una gestione della politica in cui “tutti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri” (come aveva scritto Orwell). L’utilizzo da parte della Giunta Regionale del marchio “Io sono Friuli Venezia Giulia” è un altro esempio evidente.
Non sono anch’io “Friuli Venezia Giulia”?
Fino a qualche tempo fa lo slogan utilizzato dalla nostra Regione per attirare i turisti era:
“Ospiti di gente unica”. Adesso di “unico” è rimasto solo il fatto che nessun altra Amministrazione Regionale spende così tanto denaro per le inserzioni pubblicitarie sui quotidiani locali e nazionali.
Mi è capitato di sfogliare alcuni numeri del Corriere della Sera e di Repubblica talmente pieni di immagini ridondanti di nostre località turistiche recanti la dicitura “Io sono Friuli Venezia Giulia”, da sembrare degli opuscoli pubblicitari tra le cui pagine ogni tanto spuntava qualche articolo.
Non so quanto queste “campagne” siano costate (certo non poco se le tariffe sono calcolate in base alla superficie e sono proporzionali a quelle che si pagano per un necrologio!) e ho più di qualche dubbio sulla loro effettiva efficacia, specie se si propone un’idilliaca veduta dei Laghi di Fusine e poi il turista si ritrova nel bel mezzo della confusione di uno degli affollati Concerti di “No Borders”. Comunque, fino a che queste inserzioni servono a propagandare le nostre spiagge, i nostri monti, i paesaggi e le città d’arte è un conto, quando invece, come è accaduto anche lo scorso 12 novembre sulle pagine del Messaggero Veneto, con il medesimo sistema e sempre con la dicitura “Io sono Friuli Venezia Giulia” si esaltano le politiche e gli investimenti effettuati dalla Giunta Regionale le cose cambiano.
È mai possibile che Fedriga, i suoi assessori e, indirettamente, i partiti a cui appartengono, utilizzino i soldi di tutti (i contribuenti) per esaltare le proprie imprese? Chi non li ha votati e chi non ne condivide le scelte non ha forse diritto di definirsi “Friuli Venezia Giulia”? E il fatto che per i giornali la nostra Amministrazione Regionale si presenti come un facoltoso “cliente”, sottintende forse che nei commenti politici le dovrà venire riservato un trattamento di favore?
Il Presidente della nostra Regione si è oltretutto presentato in più occasioni, compresa la recente campagna elettorale, indossando una maglietta con la scritta “Io sono Friuli Venezia Giulia” (proprio lui che è nato ed ha vissuto per anni a Verona). Spero solo che non la abbia esibita anche nel raduno che il capo del suo partito, Matteo Salvini, ha organizzato domenica scorsa a Firenze, con la partecipazione di partiti e movimenti europei di estrema destra. Non so, infatti, con quale faccia tosta potrebbe presentarsi il prossimo anno in Carnia, per celebrare l’ottantesimo anniversario della Zona Libera. Quella sì è stata un’esperienza eroica, di cui tutto il “Friuli Venezia Giulia” deve essere orgoglioso!
CS – Anch’io sono Friuli Venezia Giulia