Brook Preloader

…C’erano una volta cinque piccole centraline…

…C’erano una volta cinque piccole centraline…

Grande danno all’ambiente del fiume Isonzo, scarsi o nulli vantaggi economici e modesta riduzione di CO2 – Legambiente Gorizia APS, Legambiente “Ignazio Zanutto” Monfalcone APS, il Comitato ”Amici del Parco di Campagnuzza/Sant’Andrea/Štandrež“ e il Comitato “EkoŠtandrež” chiedono un incontro con le autorità.

C’era una volta (2018) l’intenzione di costruire cinque piccole centraline idroelettriche lungo il tratto del fiume Isonzo che va da un sito poco a valle del ponte VIII Agosto fino sù a Straccis e Piedimonte. I firmatari di questo comunicato pensavano che dopo tanto tempo i progetti fossero stati accantonati e l’autorizzazione, rilasciata il 24/09/2021 alla ditta Brenta Domus per quello più meridionale, fosse decaduta. Essa prevedeva l’inizio lavori di una centralina idroelettrica entro un anno dalla data di notifica e precise garanzie finanziarie anche per la società subentrante a quella precedentemente fallita, la VIII Agosto SRL!

Invece una mattina di pochi giorni fa un amico del Parco di Campagnuzza/Sant’Andrea/Štandrež ci ha segnalato la sgradita scoperta dell’avvio del cantiere della centralina idroelettrica sulla sponda sinistra del fiume, subito a valle del ponte VIII Agosto.

Pur essendo decisamente favorevoli allo sviluppo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, esprimiamo la nostra netta contrarietà alla realizzazione del progetto VIII Agosto: innanzi tutto l’accesso al sito dell’erigenda centralina idroelettrica ha causato la distruzione di un habitat ripario di notevole valenza naturalistica, all’interno di un sito dell’Area di Rilevante Interesse Ambientale n. 19 dell’Isonzo (A.R.I.A.), tutelato per legge; poi nel tratto di fiume dove dovrebbe essere localizzata la centralina idroelettrica si trovano già molte infrastrutture, vista la presenza a monte della centrale idroelettrica di Straccis e di altre opere, ed essa andrebbe ad aggravare una situazione ambientale già piuttosto precaria, causando notevole disturbo in un’area destinata a Parco Pubblico, risistemata anche grazie a finanziamenti comunali e al fattivo contributo delle associazioni che se ne occupano da tempo.

Inoltre non abbiamo trovato traccia della convenzione, che avrebbe dovuto essere stipulata tra l’amministrazione della Regione FVG e la società proprietaria e responsabile della gestione dell’impianto, e che dovrebbe definire le misure di compensazione per i notevoli danni arrecati all’ambiente fluviale, a fronte di una modestissima produzione prevista di energia pulita. Ricordiamo che nell’Isonzo e nella sua zona riparia vivono una ricca fauna e flora, fondamentali per il mantenimento della biodiversità, da cui noi tutti dipendiamo, e che in periodi di magra l’autorità competente deve comunque garantire un Minimo Deflusso Vitale (MDV) della portata d’acqua, (bloccando eventualmente anche la produzione di energia) cosa resa non sempre facile in funzione anche di come viene gestita l’acqua dalla diga di Salcano in Slovenia, che fa registrare spesso un’alternanza di periodi di magra e fenomeni improvvisi di hydropeacking.

Oltre a ciò, desideriamo fare presente che il recente Regolamento (UE) 2024/1991 sul ripristino della natura, entrato in vigore e da applicare in tutti gli Stati Membri dell’Unione, prevede tra l’altro anche la rinaturalizzazione di ben 25.000 km di fiumi europei: la erigenda centralina non contribuirebbe certamente al raggiungimento dell’obiettivo prefissato, cui anche l’Italia è tenuta a contribuire. Inoltre temiamo che la nuova struttura possa compromettere il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale ai sensi della Direttiva Quadro Acqua CE 2000/60 recepita con D. Lgs. del 3 Aprile 2006 n.152.

Vista la totale mancanza, finora, del coinvolgimento delle parti interessate nella progettazione della centralina idroelettrica sul fiume Isonzo nel territorio del Comune di Gorizia, il cui impatto ambientale si prefigura notevolmente negativo e le quasi nulle informazioni contenute nel cartello di cantiere della centralina che è in fase di costruzione, le associazioni firmatarie del presente appello chiedono urgentemente un incontro con tutte le Autorità competenti sia per il rilascio dell’Autorizzazione Unica che del permesso di costruzione dell’opera, che ricordiamo essere privata ma collocata su un bene pubblico, compresa l’Autorità Distrettuale di Bacino delle Alpi Orientali.

Delle altre centraline si sa che il Consorzio di Bonifica della Venezia Giulia ha in progetto di costruirne altre due, a completamento delle riqualificazioni e riprogettazioni della traversa di Piuma e della soglia di Straccis, e altre mini-centrali sulla propria rete di canali e infrastrutture idrauliche consortili, così come si evince dal PIANO GENERALE DI BONIFICA E DI TUTELA DEL TERRITORIO, il cui studio è stato recentemente finanziato con 2 milioni di € dalla Regione FVG. Anche questi progetti saranno da valutare in merito agli impatti ambientali sul fiume Isonzo.

I firmatari confidano in una sollecita accoglienza della richiesta.
Legambiente Gorizia APS
Legambiente “Ignazio Zanutto” Monfalcone APS
Il Comitato “Amici del Parco Campagnuzza/Sant’Andrea – Štandrež”
Il Comitato “EkoŠtandrež”

Si può trovare abbondante documentazione fotografica sui danni arrecati alla vegetazione sul sito FB del Comitato Amici del Parco (Proteggiamo il Parco Naturale sull’Isonzo di Campagnuzza – Sant’Andrea) e nella pagina FB di Legambiente Gorizia APS.