Ancora lavori sugli argini dell’Isonzo a Terranova: interventi incompatibili con gli obiettivi europei
Comunicato stampa, Monfalcone 17 settembre 2016
Nei giorni scorsi le Associazioni che costituiscono il Gruppo “Salviamo l’Isonzo” si sono rivolte al Servizio per le valutazione ambientali della Regione FVG, per chiarimenti in merito ai lavori eseguiti in località Terranova, lungo la sponda destra dell’Isonzo, all’interno della Riserva Naturale Regionale della Foce dell’Isonzo-Isola della Cona e della corrispondente Area Natura2000, di fronte all’Isola della Cona.
Questo argine secondario lungo circa 2 km era stato realizzato negli anni ’80 a monte della confluenza dell’Isonzato, con la conseguente bonifica idraulica della golena fino a quel momento occupata da canneto e piccoli stagni, nonostante l’area fosse già allora ambito di tutela del PURG, costituendo una delle più estese bonifiche idrauliche della Regione negli ultimi decenni. Dopo un periodo di utilizzo agricolo la zona è stata piantumata con essenze arboree miste. Nel sito, da pochi mesi riconosciuto anche dalla Convenzione Ramsar sulle aree umide, sono stati eseguiti grossi lavori di consolidamento e ripristino dell’argine secondario che corre lungo l’alveo, sottraendo la golena al fiume con massi e spostamento di terra. Operazioni che secondo le Associazioni non sono compatibili con le norme di tutela previste in una Riserva naturale regionale, Zona Speciale di Conservazione (Direttiva Habitat), Zona di Protezione Speciale (Direttiva Uccelli) e Zona Ramsar (Convenzione di Ramsar) per cui ne è seguita una richiesta di chiarimenti sulle autorizzazioni ai lavori e in particolare sulla procedura di Valutazione d’Incidenza.
Da quanto osservato risulta esserci stato riporto di terreno da un altro sito, forse derivato dallo scavo di canali di scolo e dal rilevato arginale messo a nuovo è stata del tutto eliminata la vegetazione. L’arginatura probabilmente provoca impatti anche sulla sponda opposta dell’isola della Cona, dove favorisce l’erosione a carico di habitat di interesse comunitario. Dalla consultazione del Progetto di Piano Regionale di Tutela delle Acque risulta che il tratto fluviale oggetto dell’intervento rientra tra le acque di transizione e presenta uno stato chimico delle acque buono, mentre il fiume in questo tratto presenta alterazioni morfologiche a causa di opere di difesa idraulica, che provocano alterazioni degli habitat e possono pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dalla direttiva europea 2000/60. In particolare nella documentazione contenuta nel Piano di Gestione delle Acque del Distretto Idrografico risulta che per il corpo idrico in questione l’obiettivo è quello di raggiungere lo stato “buono” entro il 2027. Ci si chiede pertanto se questo tipo di interventi, che porta ad un’ulteriore artificializzazione delle sponde, sia compatibile con il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Considerata la particolare importanza che ricoprono le foci fluviali e l’elevatissimo pregio ambientale potenziale dell’area – e visto il particolare status di protezione – auspichiamo l’eliminazione dell’argine e la restituzione della golena alla sua funzione originaria di zona di pertinenza fluviale, dove le acque possono espandersi liberamente. Le Associazioni rimangono in attesa di una precisa risposta da parte dell’Amministrazione regionale.
Associazioni aderenti al gruppo “Salviamo l’Isonzo” (Legambiente Gorizia, Legambiente Monfalcone, Associazione Ambientalista Eugenio Rosmann)
Claudio Siniscalchi tel. 335 6660843