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Progetto Aula sicura: come gestire l’arieggiamento delle aule scolastiche per prevenire la diffusione dei virus e la carenza di ossigeno

Progetto Aula sicura: come gestire l’arieggiamento delle aule scolastiche per prevenire la diffusione dei virus e la carenza di ossigeno

“Credo che l’esperimento che abbiamo fatto sia molto utile sia per la mia salute, sia per la salute di tutti. E’ stato molto interessante. Ringrazio Legambiente per avermi dato la possibilità di scoprire nuove cose molto importanti per la nostra vita quotidiana a cui nessuno di noi dà la giusta importanza”. “Il rilevatore di CO 2 per me è molto utile perché ci permette di sapere se respiriamo aria buona”.

Questi sono due dei commenti degli alunni della classe IB della scuola secondario di I° ordine Stuparich di Trieste, scaturiti dall’esperienza di monitoraggio dell’anidride carbonica (CO 2) nell’ambito del progetto “Aula Sicura”. Il progetto è stato promosso dal circolo Verdeazzurro di Legambiente Trieste con l’intento di definire un protocollo di arieggiamento delle aule al fine di minimizzare i rischi di diffusione del COVID-19. Hanno aderito alla sperimentazione alcune scuole di Trieste (Alcune classi della scuola media Stuparich e il Liceo Petrarca) e di Muggia (Scuole primarie De Amicis, Zamola e Loreti).

E’ noto a tutti che il virus è a trasmissione aerea e questo fenomeno si accentua negli ambienti chiusi. Come precisato dall’OMS, il ricambio d’aria negli ambienti chiusi può ridurre i rischi della sua trasmissione, in quanto ne riduce la concentrazione. C.Ancona, vicepresidente dell’Associazione Italiana di Epidemiologia (Aie) ed esperta degli effetti sulla salute della qualità dell’aria, ha segnalato che la ventilazione ottenuta con l’apertura delle finestre, è la soluzione naturale per minimizzare il rischio contagio.

L’arieggiamento assume grande importanza nelle scuole per l’alto numero di studenti e personale scolastico, per il costante grado di affollamento delle aule e per l’elevato numero di ore di esposizione giornaliera. Quasi tutti aprono le finestre, ma spesso ci si domanda come arieggiare, come aprire le finestre, per quante ore tenerle aperte e, in definitiva, se l’arieggiamento è veramente efficace. A questi interrogativi è stata data una risposta che ha permesso di superare l’aleatorietà e la variabilità delle pratiche di apertura con un riferimento facilmente misurabile consistente nel rilevare le concentrazioni di CO2. Il monitoraggio continuo della CO2 è ampiamente condiviso e raccomandato dalla comunità scientifica, soprattutto nel caso degli ambienti scolastici, in quanto costituisce un valido indicatore della qualità dell’aria. Infatti nella espirazione liberiamo CO2 in quantità equivalenti alle goccioline di aerosol che, se siamo infetti, possono contenere il virus. Quindi monitorando la CO2 si può valutare il rischio di infezione dovuto al virus emesso tramite l’espirazione. Purtroppo, nonostante le prese di posizione di studiosi e associazioni scientifiche e sanitarie l’adozione di misuratori di CO2 nelle scuole è ancora fortemente limitata. La Società Italiana di Medicina Ambientale SIMA, nel raccomandare l’importanza del monitoraggio della CO2, ha anche definito le classi rischio associate ai valori registrati: Rischio basso < 700 1); Rischio moderato (> 700 e < 800 ppm); Rischio alto (> 800 e < 1000 ppm); Rischio molto alto (> 1000 ppm).

Da queste premesse è scaturita l’iniziativa di Legambiente Trieste che ha così voluto stimolare anche nella nostra città un dibattito su queste problematiche e soprattutto riservare alla scuola le attenzioni dovute rispetto ai problemi del contagio. Si è voluto così dimostrare che gli studenti, le famiglie e gli operatori scolastici rappresentano le componenti più importanti della nostra comunità e, quindi, come tali vanno tutelate. Durante la sperimentazione, effettuata nelle scuole sopra citate, è stato dimostrato che l’apertura, anche breve, delle finestre al superamento di 800 ppm di CO2 , ha permesso facilmente di mantenere nell’aula condizioni di sicurezza rispetto alla possibile trasmissione di COVID-19. Nel caso della Stuparich, dopo una breve fase di famigliarizzazione con il protocollo, la gestione delle aperture è stata poi effettuata autonomamente dagli studenti con la sorveglianza dei docenti. Alcuni commenti degli alunni hanno messo in evidenza che il monitoraggio della CO 2 in classe crea una sensazione di benessere e di sicurezza. Altri hanno segnalato anche che il controllo della CO2 contrasta la stanchezza e migliora i livelli di attenzione alle lezioni. Sulla base dei risultati conseguiti la dirigente dell’IC Weiss, Prof.ssa Daria Parma, ha deciso di dotare ogni aula della scuola Stuparich di un misuratore di CO2 e questo è un primo importante risultato pratico che dimostra l’utilità dell’iniziativa. E’ auspicabile quindi che nel prossimo anno scolastico altre scuole seguano l’esempio della Stuparich. Il circolo Verdeazzurro si rende disponibile per fornire ulteriori chiarimenti e dichiara la disponibilità per proseguire la sperimentazione nelle scuole che fossero interessate, mettendo a disposizione i dispositivi per la misura della CO2.

1) ppm – quantità di CO2 per ogni milione di particelle di varia natura presenti in atmosfera

Mario Mearelli – Circolo Verdeazzurro – Legambiente Trieste

sensoreCO2