Amnesie Urbane
È un tema quasi inesplorato dal cinema e pressoché assente dal dibattito pubblico, quello della rigenerazione urbana. Eppure, se ci guardiamo intorno, le nostre città sono piene di spazi vuoti e svuotati, luoghi che hanno perso la loro funzione originaria e chiedono oggi di essere ripensati.
Sono le “Amnesie Urbane” su cui si concentra l’omonimo progetto del circolo Legambiente “Fabiano Grizzo” di Pordenone, finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con una rete di soggetti del territorio: Cinemazero, Aruotalibera, Il Filo Urbano, La Compagnia delle Rose, Ubik Art, Terraè, Associazione Comunità San Valentino. Assieme a Cinemazero, Legambiente ha voluto raccogliere la sfida e proporre la proiezione del film documentario di Michele Mellara e Alessandro Rossi “God Save The Green” (Italia, 2013), che si terrà giovedì 8 febbraio alle 21.00 nelle sale di Cinemazero, Piazza Maestri del Lavoro 3 a Pordenone. Alla proiezione seguirà un dibattuto proprio sul tema della rigenerazione urbana e del recupero degli spazi, a partire dalle storie di ritorno alla terra nelle periferie delle città e quindi della nascita di orti urbani sempre più diffusi, spazi che, prima vuoti, non sono diventati solo luoghi di produzione di cibo ma anche di nuove forme di socialità. Su questo, tra l’altro, Legambiente ha realizzato una mappatura degli orti urbani e dei giardini condivisi a Pordenone, con un video e un libro sul tema. La rigenerazione urbana è un modo di riappropriarsi degli spazi della città, di costruire progetti e percorsi condivisi e creativi, dal basso. È il lato positivo dello stop al consumo di suolo. Lasciare libera la terra non ancora cementificata significa anche volgere lo sguardo al costruito, agli spazi in città, per dare loro nuova vita e far crescere opportunità, negli spazi verdi, perché non vengano cementificati, e negli edifici vuoti. Sul tema, l’interesse dei cittadini è crescente, come ha dimostrato la risposta dei pordenonesi alle prime azioni realizzate nell’ambito di “Amnesie Urbane”. L’avvio è stata la distribuzione di 154 rose, realizzate riciclando la moquette rosa della tappa pordenonese del 100° Giro d’Italia, l’anno scorso. Il numero non è casuale: c’è una rosa per ogni spazio vuoto mappato in centro città. Ogni fiore conteneva un messaggio di come lo “scarto” possa trasformarsi in risorsa e in nuove opportunità.
A novembre, grazie a un incontro formativo e di approfondimento sui temi della rigenerazione urbana e dell’innovazione sociale, hanno portato a Pordenone la loro esperienza diverse realtà che realizzano, nel concreto, progetti di recupero e riutilizzo di spazi urbani. Sono emerse criticità e ostacoli, ma anche una forte spinta a “fare” qualcosa di concreto, a riprendersi la città. Sono esempi geograficamente vicini a noi: a San Stino di Livenza, il circolo Legambiente Veneto Orientale ha recuperato una parte dismessa della stazione ferroviaria, facendone la sede dell’associazione, ma anche un piccolo ostello per ciclisti, con ciclo-officina fornita di quanto serve per proseguire la strada su due ruote. A Trieste un gruppo di giovani artisti ha avviato l’Hangar Teatri con lo slogan: “Si riparavano auto. Si riparano persone”, perché lo spazio è quello di una vecchia carrozzeria in un quartiere abbastanza centrale. A Padova, tra i palazzi e il cemento di Piazza Gasparotto, vicino alla stazione, è nato GasparOrto, con cui, appunto, un gruppo si è autorganizzato per portare il verde in città. A San Donà di Piave, è lo stesso Comune che cerca di innescare percorsi di rigenerazione e cambiamento, mentre a Bologna l’associazione Planimetrie Culturali fa rivivere gli spazi in modo temporaneo, riappropriandosi dell’idea di città condivisa. A Belluno l’ex Caserma Piave è diventata la Casa dei Beni Comuni, grazie a un percorso che ha visto lavorare assieme l’amministrazione comunale e il Comitato Acqua Bene Comune, che aveva unito diverse anime attorno al Referendum sull’acqua pubblica nel 2011. Allargando lo sguardo alla nostra regione, le aree militari dismesse sono circa quattrocento: inutilizzate e per lo più abbandonate al degrado: vecchie caserme, polveriere, poligoni, postazioni dei battaglioni d’arresto, alloggi per i militari. Sono le macerie di quella che doveva essere la “fortezza” per difendere l’Italia dall’avanzata del nemico comunista. Gli spazi da rigenerare, a Pordenone e in Friuli Venezia Giulia, non mancano: la proiezione a Cinemazero nell’ambito di Amnesie Urbane, sarà un’occasione per riportare il dibattito in città, in un percorso in cui la partecipazione dei cittadini sia sempre più ampia e porti alla condivisione di idee e all’unione di energie per costruire futuri spazi di vita.
FB: Legambiente Pordenone