Un nuovo inceneritore a Spilimbergo non è da fare
Senza economia circolare il cerchio dei rifiuti si chiude solo inquinando
Pinzano al Tagliamento, 18 maggio 2023
L’impianto di cui nessuno sa niente con certezza inizia a svelarsi e di qui a poco, se tutto andrà per il verso sbagliato, sarà possibile ammirarlo in futuro.
Peccato che si tratti del più grande impianto di incenerimento di rifiuti speciali pericolosi d’Italia e non di qualche nuova iniziativa industriale legata all’innovazione e alla ricerca allo sviluppo legato alle nuove tecnologie della green economy. Il destino è gramo: Spilimbergo deve incenerire e smaltire rifiuti speciali pericolosi avvelenando quanto più possibile ambiente, uomini ed animali.
Il comunicato dell’azienda recita che “… l’impianto è indispensabile nella gestione del ciclo dei rifiuti sia nella pianificazione europea che in quella regionale” ma in verità nella nostra Regione vengono bruciati rifiuti che vengono da altre parti d’Italia: in questa partita Regione FVG ed Europa c’entrano poco, sono molto più coinvolte metà delle regioni Italia.
Altra cosa che fa storcere il naso è che l’obiettivo della realizzazione dell’impianto sarebbe “… la riduzione delle discariche e dell’export verso l’estero” e qui dalle mezze verità si passa alle bugie in quanto la nostra regione è già importatrice di questo tipo di rifiuti e attualmente ne brucia molti di più di quelli che produce per cui non vi sono discariche che debbano essere ridotte. Da altre parti forse si, qui sicuramente no.
Ma la parte difficilmente tollerabile del comunicato di EcoMistral è quello che segue quando afferma che “Il progetto riflette la volontà di operare nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini, svolgendo nel modo migliore possibile un ruolo indispensabile per la chiusura del ciclo dei rifiuti a Nordest”.
A parte l’utilizzo dell’aggettivo “possibile” che mette in luce una caratterista di normale inefficienza di questo tipo di impianti, la chiusura del ciclo dei rifiuti fatta attraverso l’incenerimento non è una soluzione accettabile perché non incentiva il miglioramento dei processi produttivi e perpetua lo status quo, una realtà fatta di tonnellate di residui di lavorazioni fortemente inquinanti che devono essere incenerite e smaltite con i grandi problemi da sopportare.
La riduzione della pericolosità dei rifiuti a monte, l’economia circolare, il principio di prossimità nella gestione, anche dei rifiuti speciali, costituiscono la sola risposta “complessa” in grado di perseguire obiettivi di riduzione delle sostanze inquinanti in circolazione perché riesce ad incidere nella progettazione dei processi produttivi e nella corretta gestione dei rifiuti non diversamente riciclabili a valle. Senza considerare il trasporto, produttore come l’incenerimento di importanti quantità di gas che intrappolano il calore.
Diversamente le aree a bassa densità demografica diverranno territori ambiti nella gestione dei processi più inquinanti.
Molti saranno chiamati ad esprimersi su questo tema, con molti problemi senza risposta che riguardano l’inceneritore esistente e con obiettivi da raggiungere al 2030, che è nostro dovere non eludere, sui temi del miglioramento della qualità di aria, acque e suolo.