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Via libera dell’Ue alla Nature Restoration Law, ma l’Italia vota contro

Via libera dell’Ue alla Nature Restoration Law, ma l’Italia vota contro
Via libera dell’Ue alla Nature Restoration Law, ma l’Italia vota contro
Legambiente: “Il testo approvato dal Consiglio è insufficiente e poco ambizioso,  garantisce troppa flessibilità per gli Stati membri nell’attuazione del regolamento. È necessario un rafforzamento del regolamento durante i negoziati con il Parlamento Europeo, e stabilire un quadro giuridico completo e vincolante”

L’Accordo sulla legge per il ripristino della natura (Nature restoration law) passa con il voto contrario di Italia, Austria, Belgio, Finlandia, Olanda, Polonia e Svezia e il sostegno degli altri 20 Ministri dell’Ambiente favorevoli a un accordo che mira al recupero di almeno il 20% delle terre emerse e il 20% degli ecosistemi marini della UE entro il 2030, per arrivare entro il 2050 al ripristino di tutti gli ecosistemi terrestri e marini.  

Per Legambiente si può fare molto di più per il ripristino della natura. Per questo l’associazione ambientalista definisce insufficiente il testo su cui è arrivato il via della Ue e auspica che si lavori per migliorarlo. “Riteniamo – spiega Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente – che bisogna essere più ambiziosi perché, secondo la stessa Commissione, oltre l’80% degli habitat europei è in cattive condizioni e gli sforzi passati per proteggere e preservare la natura non sono stati in grado di invertire questa tendenza preoccupante. Consideriamo il testo approvato dal Consiglio insufficiente perché, nella ricerca di stabilire un equilibrio politico e contrastare la disinformazione diffusa dei partiti di destra e dalla lobby dell’agricoltura e della pesca, garantisce troppa flessibilità per gli Stati membri nell’attuazione del regolamento. È necessario un rafforzamento del regolamento durante i negoziati con il Parlamento Europeo, e stabilire un quadro giuridico completo e vincolante al posto di un approccio volontario e frammentario che finora non ha avuto successo, anche per dare seguito alle numerose richieste di cittadini, scienziati e associazioni e imprese che si sono espresse a favore della Nature restoration law”.  

Legambiente ricorda che l’orientamento generale approvato a maggioranza, fungerà da mandato per i negoziati con il Parlamento Europeo sulla forma finale che assumerà la direttiva che dovrà stabilire obiettivi e obblighi giuridicamente vincolanti per il ripristino di ognuno degli ecosistemi della UE, e sarà un elemento centrale dell’applicazione dell’Accordo di Montreal-Kunming dello scorso dicembre. Nulla di definitivo, ancora, e molto può cambiare durante i passaggi che completeranno l’adozione definitiva del testo della direttiva. La palla passa ora alla Commissione ambiente dell’europarlamento che dovrà votare i suoi emendamenti alla proposta della commissione europea il prossimo 27 di giugno.  

 

L’ufficio stampa di Legambiente: 349-654-6593