Moria di pesci nell’Isonzo: Legambiente Gorizia presenta un esposto in Procura
La moria di centinaia di pesci avvenuta nell’Isonzo lo scorso marzo, nella zona tra Sdraussina (Poggio Terza Armata) e Gradisca d’Isonzo ha lasciato tutti sgomenti. In un momento storico in cui si parla molto di protezione degli ecosistemi, sotto gli occhi di tutti invece abbiamo un fiume che viene spesso martoriato con interventi dannosi, oltre ai prelievi di acqua, i progetti di escavo di ghiaia, tagli di vegetazione, abbandoni di rifiuti.
Una situazione inaccettabile che Legambiente da oltre 20 anni segue, spesso lavorando con altre associazioni del territorio sia per denunciare queste situazioni ma anche con attività di divulgazione e proposte. Ma in questo caso a fronte del fatto compiuto, e in accordo anche col circolo di Monfalcone, si è attivata con il supporto del proprio Centro di azione giuridica regionale (CEAG) che è costituito da un nucleo di avvocati al servizio dell’associazione per supportarne l’azione legale. Con il patrocinio dell’avvocato Dafne Crea e’ stato quindi inviato un esposto ben circostanziato – corredato di fotografie e mappe – all’attenzione della Procura della Repubblica di Gorizia con una descrizione di quanto agli occhi degli specialisti dell’associazione è successo nelle giornate tra il 20 e 24 marzo scorso quando si verificò una improvvisa riduzione di portata nel tratto di fiume tra l’opera di presa della ex-torcitura tra Gradisca e Sagrado che portò alla morte di centinaia di pesci, tra cui anche diverse specie protette quali il gambero di fiume e la trota marmorata.
Vale la pena ricordare che Legambiente ha messo in luce molte volte il problema dell’uso idroelettrico e irriguo di questa risorsa e della conflittualità con le necessità dell’ecosistema acquatico, che al momento ne ha sempre fatto le spese. Un tema complesso che però non è ancora stato affrontato in maniera seria dalle istituzioni. Ma il cambiamento climatico incalza, ed è sotto gli occhi di tutti la siccità che sta iniziando a colpire anche il Friuli e che colpirà in futuro sempre più frequentemente.
La famosa biologa americana Rachel Carson, diceva che più riusciamo a focalizzare la nostra attenzione sulle meraviglie e le realtà dell’universo attorno a noi, meno dovremmo trovare gusto nel distruggerlo. Evidentemente c’è ancora molto lavoro da fare per creare, prima che una conoscenza tecnica, una sensibilità diffusa che porti tutti a essere più responsabili.