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La proposta di Legambiente sulla riqualificazione di Porto Vecchio

Il Circolo Verdeazzurro Legambiente Trieste si richiama innanzitutto alla presa di posizione congiunta di Legambiente Trieste, Italia Nostra e FIAB Trieste Ulisse che chiede, in sintesi: un processo di progettazione partecipato; la scelta della sostenibilità come principio guida di tutti gli interventi infrastrutturali, edilizi, energetici; una mobilità basata principalmente sul trasporto pubblico su gomma e ferro e sulla mobilità dolce (pedonale e ciclabile). Il processo partecipativo è ritenuto essenziale per il coinvolgimento di tutte le forze economiche, sociali, culturali e politiche della città nel più grande impegno a cui Trieste si trova di fronte, il recupero del Porto Vecchio.

Allo stesso tempo, solo delle scelte improntate alla sostenibilità ambientale possono garantire un impiego utile delle risorse finanziarie, umane e del territorio in una visione che tiene conto delle trasformazioni globali nel mondo (cambiamenti climatici, transizione all’economia carbon free, green economy).

A questi principi generali, da tradurre anche in scelte per la mobilità interna ed esterna al Porto Vecchio coerente coi principi del futuro Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (PUMS), uniamo alcune considerazioni più specifiche sulla deliberazione in oggetto.
1) Il tema della trasformazione del P.V. non interessa solo l’ambito del medesimo ma, vista la sua dimensione, i volumi in esso esistenti, la localizzazione, comporta la messa in discussione dell’assetto previsto dal Piano regolatore e dal Piano struttura vigenti, altresì la redifinizione delle relazioni e il ruolo che questo potrà svolgere per connettere meglio i territori contigui, collocati in Italia, e il retroterra Sloveno e Croato.
2) La procedura prevista, tramite Accordo di Programma e successiva Variante Urbanistica, richiede tempi e verifiche che non possono essere solo momento di confronto all’interno degli organismi preposti a definirli e diventare pura questione tecnico amministrativa. Si ritiene che il periodo propedeutico alla loro predisposizione non possa prescindere da una attiva partecipazione di tutti gli stakeholders e della popolazione, adottando momenti di confronto, seminari e iniziative pubbliche volte a far conoscere e condividere quanto si proporrà per la rinascita dell’ambito ex portuale.
3) La particolare situazione demografica della città e i barlumi di un risveglio socio economico devono stimolare, nell’ambito del P.V., la proposta di funzioni, con relative destinazioni d’uso, che incentivino la possibilità di insediamento di attività sostenibili ambientalmente e generanti nuovi posti di lavoro. I settori da privilegiare sono quelli che vedano la valorizzazione e potenziamento del comparto della ricerca, della produzione di beni e servizi connessi all’industria 4.0 e quelle attività che traggono sviluppo dall’economia del mare.
4) La possibilità di realizzare nuova residenza, all’interno del comprensorio, deve essere subordinata alla crescita demografica della città e non ad una potenziale rendita fondiaria generata dalla particolare ubicazione dell’area.
5) I nuovi insediamenti sia produttivi che residenziali non devono essere trasferimenti di realtà esistenti in altre parti di città per non generare vuoti funzionali e conseguente degrado urbano.
6) La struttura prevista al punto 7 della deliberazione proposta deve essere una società totalmente pubblica. I componenti della stessa devono avere requisiti di professionalità derivanti da esperienze analoghe e scelti tramite procedura di evidenza pubblica.

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