Regia, voce e suono sono di Elisa Baioni, comunicatrice della scienza e socia Legambiente. Il brano musicale è stato composto da Paolo Forte e si intitola Tagliamento.
Un Fiume di Storie fa parte del progetto di diffusione della cultura scientifica Percorsi Intrecciati sul Tagliamento che, per tutto il 2022, ha messo in campo iniziative dedicate al Re dei Fiumi e alle comunità che lo abitano. Per scoprire di più: https://bit.ly/3jvLfaF
Cosa ha scritto Angelo Floramo: https://www.libreriarizzoli.it/libri/…
Inedito dell’intervista
Il podcast disponibile online raccoglie alcune delle domande poste ad Angelo Floramo. Qui vi riportiamo per iscritto un pezzo inedito dell’intervista. Consigliamo di leggerla dopo l’ascolto.
Porta mai i suoi studenti sul Tagliamento?
«Oh sì, certo! Un anno abbiamo addirittura osato una cosa per la quale potrebbero togliermi la cattedra… Li ho “costretti” a tornare indietro nel tempo, nel 1100 d.C, e, in vesti medievali, siamo partiti da Gemona e ci siamo spostati verso Venzone, nel tentativo di raggiungere l’antica abbazia di Moggio Udinese, che se ne sta là dove il Tagliamento s’incrocia col fiume Fella. Immagino sia stato davvero straniante per i camionisti che scendevano da Tarvisio vedere questi folli, in vesti medievali, che attraversavano la strada. C’è un camionista che è proprio rimasto basito! Però ecco per i nostri studenti è stato bellissimo, perché hanno vissuto la lentezza del viaggio. Era assolutamente proibito l’uso dei cellulari, potevamo portarci dietro solo una bisaccia d’acqua, e i panni che avevamo addosso. Il viaggio è durato una settimana. È stato bellissimo vedere come un ragazzo di diciassette anni riesce a capire che non c’è niente di più bello, sensuale e gudurioso dell’acqua fresca quando hai sete. E questo è bellissimo, perché ci basterebbe poco per godere di questo breve spazio che è la vita.»
Oltre ad essere un insegnante, lei è anche uno scrittore. Ha mai pensato di ambientare una delle sue storie sul Tagliamento?
«Lei mi stuzzica molto con questa domanda, perché ho in mente un’idea folle, balzana, probabilmente irrealizzabile! A me piacerebbe raccontare il Tagliamento al momento del suo esordio. Ossia, mi piacerebbe ricostruire in una storia, in una vicenda, il Friuli del Paleolitico, quando l’enorme ghiacciaio tiliaventino creò, con la sua lingua di gelo, l’ambito morenico, quindi la zona del Friuli in cui abito. E mi piacerebbe vedere come una tribù paleolitica vivesse in simbiosi con questo piccolo, piccolo ruscello d’acqua freschissima che usciva da questa madre ghiacciaia. È difficilissimo perché non potrei mettere in bocca a nessuno dei personaggi un linguaggio che noi pratichiamo: dovrebbe essere una narrazione in cui è la voce narrante a giocare con il gelo, con il vento, con il fuoco che si accende in una notte senza stelle o in una grotta.»