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Depositate le osservazioni di Legambiente FVG sulla richiesta di aumento dei volumi per l’impianto di coincenerimento di Spilimbergo.

Alla richiesta di aumento dei volumi di rifiuti da trattare da parte di Eco Mistral, Legambiente ha presentato le proprie osservazioni in merito progetto presentato che richiede soluzioni che vanno oltre la situazione specifica del progetto presentato.

Infatti, oltre a quello che vogliamo sperare sarà un ovvio diniego alla richiesta avanzata all’Ufficio V.I.A. della Regione da Eco Mistral Srl per ottenere l’autorizzazione all’ampliamento senza espletare la procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale, rimane il fatto che siamo davanti ad una situazione di reale pericolo per la salute dei cittadini, che si sta trascinando da troppo tempo, senza risposte o con risposte insufficienti da parte di amministrazioni locali, enti di controllo ed anche dell’impresa stessa.

La situazione dell’impianto di coincenerimento di Spilimbergo è la storia che ha mostrato ormai tutti i suoi limiti e che meriterebbe di essere affrontata con un piglio nuovo per arrivare con decisione a proporre soluzioni di mitigazione e riduzione degli impatti e non a richieste di aumento dei volumi da trattare come viene fatto oggi. Non è possibile che in una situazione del genere avanzare richieste di aumento delle quantità di rifiuti per una supposta maggiore capacità dell’impianto rispetto ai volumi autorizzati.

Non è possibile che non si intervenga a mettere fine a questo brutto capitolo. Non sfugge ai più che questa parte di Friuli si sta specializzando in una attività economica dello smaltimento di rifiuti speciali e pericolosi che non solo è in grado di mettere a repentaglio la salute della popolazione più indifesa e a rischio, quali le fasce in giovane età e fasce poco abbienti, ma è in grado di annullare ogni prerogativa economica legata ai moderni ambiti di sviluppo riferibili alla conoscenze, cultura, turismo, gestione dei cambiamenti climatici, ma anche di deprimere le basi della convivenza sociale e la permanenza della popolazione per lo sviluppo e il presidio dei territori cosiddetti “periferici” e “marginali”. Nell’ottica dell’economia circolare è chiaro che non potranno più esserci territori vocati a produrre rifiuti pericolosi e territori vocati invece allo smaltimento, come lo è stata in passato la terra dei fuochi in Campania, annessi e connessi compresi.

A nessun prezzo possiamo proporci per incenerire rifiuti scherzando con la salute delle persone. Il cambiamento deve passare sicuramente attraverso la ricostituzione di un equilibrio nei territori tra produzione di rifiuti e loro trattamento, introducendo moderni sistemi di valutazione dei bilanci sociali ed ambientali oltre che economici. Ma questo sarà sicuramente difficile da raggiungere senza l’avvio di politiche alternative nella gestione delle filiere, senza controlli certi e trasparenti e senza una decisa politica di riduzione dei rifiuti a tutti i livelli, soprattutto industriale.

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