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Legambiente: “ANAC un patrimonio del Paese nella lotta alla corruzione. Grave errore escluderla dalla delegazione italiana che partecipa alle Conferenza dell’ONU contro la corruzione”

Legambiente: “ANAC un patrimonio del Paese nella lotta alla corruzione. Grave errore escluderla dalla delegazione italiana che partecipa alle Conferenza dell’ONU contro la corruzione”

“Privarsi delle competenze e delle conoscenze maturate dall’Autorità nazionale anticorruzione è una scelta miope e controproducente. Soprattutto per un paese come il nostro in cui i fenomeni corruttivi sono quasi sempre il grimaldello per affermare altri interessi, da quelli di mafia alla criminalità ambientale”. È quanto afferma Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente commentando l’esclusione del presidente dell’ANAC Giuseppe Busia dalla delegazione italiana che partecipa alle Conferenza dell’ONU contro la corruzione.

Nel Rapporto Ecomafia 2023 Legambiente ha censito ben 58 inchieste che hanno riguardato la corruzione in materia ambientale, dalla gestione dei rifiuti agli appalti per opere pubbliche, con 219 ordinanze di custodia cautelare e 416 persone denunciate. Dal 2010, primo anno di rilevazione dei dati, le inchieste sulla corruzione in campo ambientale sono state ben 1.400, con 8.446 arresti, 11.272 persone denunciate e 2.332 sequestri.

“Il ministro della Giustizia Nordio avrebbe fatto un servizio al Paese chiedendo, com’è sempre accaduto finora, al presidente dell’ANAC di dare il suo contributo durante la conferenza dell’ONU sulla lotta alla corruzione. Un’autorità indipendente e credibile come l’analisi, infatti, è un patrimonio del Paese da difendere e promuovere in tutte le sedi”, conclude Ciafani.

 

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