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Pompaggi SIOT: un progetto da rigettare alla luce degli impatti generati e della transizione energetica da intraprendere

Il progetto di una nuova stazione di pompaggio del greggio a Paluzza/Cercivento, assieme agli altri 3 progetti analoghi a S. Dorligo della Valle, Reana del Roiale e Cavazzo Carnico, volti all’efficientamento del trasporto del greggio da Trieste all’Austria e oltre, sollevano molti dubbi circa la loro sostenibilità ambientale, ma dicono molto circa la loro esclusiva convenienza economica per SIOT.

In sostanza, SIOT afferma di voler “riscaldare” il greggio e quindi ridurne la viscosità al fine di diminuire l’energia complessiva necessaria per il pompaggio. Per questo utilizzerebbe motori cogenerativi di alta potenza ed efficienza alimentati a gas da cui ricaverebbe l’energia elettrica per alimentare le pompe ed il calore per fluidificare il greggio.

Se non ci sono molto dubbi circa l’efficienza dei motori, molti ne derivano dal risultato finale che, a detta della stessa SIOT, si limiterebbe all’aumento di un solo grado dell’enorme massa di greggio da fluidificare (da 15° a 16°)!

Ci si chiede, quindi, dove sia il concreto vantaggio per SIOT che, ragionevolmente, non può investire milioni di euro per un risultato tanto limitato.

Il vantaggio appare duplice ed è solo economico! Da una parte utilizzerebbe il metano (energia non rinnovabile ed oggi molto critica in quanto non ne è garantito il rifornimento nei decenni futuri) a prezzi molto contenuti acquistandolo direttamente dalle Companies socie di SIOT stessa (ENI, Exxon Mobil, BP, ecc…) risparmiando circa 2,7 M€/anno rispetto all’energia elettrica; dall’altra lucrerebbe sui certificati bianchi che la (supposta) Cogenerazione ad Alto Rendimento (CAR) consentirebbe di ottenere per un corrispettivo di 1,5M€/anno.

Il tutto moltiplicato per le quattro stazioni, significa un guadagno di 16,8M€/anno. Davvero un buon affare!

Incredibile se si considera che in base ai dati e documenti diffusi da ApE, la quantità complessiva di energia per il pompaggio, e le relative emissioni, con i nuovi impianti non solo non diminuirebbe, contrariamente a quanto dichiarato nei progetti, ma sembrerebbe addirittura aumentare!

A fronte di questi vantaggi per SIOT ci sarebbero solo svantaggi per l’ambiente e le popolazioni locali: maggior produzione di CO2, ed altri inquinanti quali CO e NOx, rumorosità di cui, ovviamente, bisogna tener conto per quanto concretamente impatterebbero in sede locale e non, astrattamente, in generale.

Se, infine, è forse lecito che SIOT pensi ai propri affari, non è altrettanto lecito che la Regione, che deve esaminare questi impianti e autorizzare i relativi progetti, non si ponga doverosamente delle domande circa la loro sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Come stanno questi progetti dentro il percorso di decarbonizzazione dell’energia che la Regione ha dichiarato di voler conseguire addirittura nel 2045 con 5 anni d’anticipo rispetto al resto d’Europa?

Come si giustificano 56 Mmc aggiuntivi di metano da prelevare ogni anno per 30 anni (?) dalla rete, se tutto il sistema energetico dovrà essere decarbonizzato?

E cosa dire dell’impatto negativo che questi progetti avranno sul processo di Transizione Energetica che la Regione dichiara di voler perseguire, ma per la quale non sta facendo praticamente nulla? Gli sforzi (con relativi investimenti) che tanti Comuni, cittadini e imprese di buona volontà stanno facendo per aumentare la quota di energie rinnovabili sul territorio sarebbero annullati per oltre 5 anni con gli impianti SIOT!

Un’offesa non giustificabile.

Per tutto questo, Legambiente chiede che

  • sia rinviata la ormai prossima conferenza dei servizi che discuterà il progetto di Paluzza/Cercivento come richiesto dai rispettivi Sindaci;

  • come approvato dal Consiglio Regionale a seguito della nuova documentazione acquisita, si convochi subito il tavolo di confronto con SIOT e tutti i portatori di interesse;

  • Legambiente sia parte di questo Tavolo;

  • la Regione riconsideri gli effettivi impatti ambientali dei 4 progetti alla luce del percorso di decarbonizzazione oltre che di tutta la documentazione fornita da ApE e a conoscenza di tutto il Consiglio Regionale sospendendo le autorizzazioni già rilasciate.

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